Mariano Bottoli

Andrea Mariano Bottoli, nato sul Garda a Maderno (Bs) nel 1954, si è diplomato in Arte Sacra alla Scuola “Beato Angelico” di Milano. Disinteressato all'arte delle gallerie, trova nella copia dei "classici" il piacere di comporre immagini. Dipinge per strada dal 1975 e ha partecipato a numerosi incontri di pittori di strada vincendo più volte. Docente di disegno e storia dell'arte presso i licei milanesi, dal 1997 sino al 2022 ha insegnato al “Paolo Frisi” di Monza. Dal 1978 partecipa all’Incontro dei madonnari di Grazie, inizialmente realizzando copie dai maestri della pittura veneta, e dal 1988 proponendo la prima opera originale. Nel 1989 rende omaggio al pittore del Garda Bonsio dipingendo con i sassi del Garda. Del 1991 è la collaborazione con Kurt Wenner nella realizzazione del “Giudizio Universale” dipinto in occasione della visita a Grazie del papa San Giovanni Paolo II e dello stesso anno la realizzazione della prima anamorfosi. Dal 1992 inizia a proporre questa particolare tecnica di prospettiva “nella convinzione che l’intelligenza delle immagini debba essere un valore accessibile a tutti” e diventa co-fondatore del gruppo artistico “Nova Maniera”. In anni recenti si è, tra l’altro, dedicato all’ideazione e alla realizzazione del programma iconografico per il Palazzo Gonzaga di Maderno. Vive e lavora tra Monza e Toscolano Maderno.

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Il mio biglietto da visita

Mi presento: le mie idee vengono da fuori (l’angelo con l’imbuto) e possono sconfiggere o creare il loro antagonista (la lancia o il pennello). Tutto questo crea il numero 8, simbolo dell’infinito.


Il pennello e gli acquerelli

Sono gli strumenti di mio padre Roberto. Artista nato a Bozzolo (Mantova), amico di don Primo Mazzolari “la tromba di Dio nella Val Padana”.


Il pass di Grazie

Ho iniziato a frequentare l’Incontro Nazionale dei Madonnari di Grazie nel 1979. Sono legatissimo a quel sagrato. Ho iniziato come copista ma già dal 1988 ho proposto delle mie invenzioni.


L’anamorfismo

Dal 1991 ho iniziato a proporre questa particolare tecnica di prospettiva nella convinzione che l’intelligenza delle immagini debba essere un valore accessibile a tutti.


Il fischietto e il diapason

La musica è sempre con me, sin dall’infanzia. Il mio fischietto è La 440 mentre il diapason del nonno è La 438.


I plettri

Oltre a dipingere le chitarre mi piace avere dei plettri speciali. Alcuni li ho dipinti, altri li ho incisi.


Lo smalto su rame

Ho realizzato questo smalto su rame come sperimentazione.


Il dittico

I piccoli dittici e trittici sono delle pitture da viaggio, tascabili, che mi piace realizzare per rappresentare temi sacri ma anche miti e allegorie “double face”.


Il vinarello

Ho realizzato la variante alcolica gardesana degli acquerelli. Il “pigmento” lo trovo nel vitigno Rebo mentre il supporto è la carta fatta a mano da Filippo Cantoni nelle storiche cartiere di Toscolano Maderno.


Gli attrezzi del nonno

Mio nonno materno si chiamava Andrea Filippo Cantoni ed era ebanista e scultore. La prima wunderkammer e collezione d’arte l’ho incontrata grazie a lui.

Le tessere del mosaico

Mi sono formato alla Scuola “Beato Angelico” di Milano e nell’estate del 1972 ho lavorato come mosaicista nella cripta del Santuario della Madonna delle Lacrime di Siracusa.

I pastelli

Nella mia vita da madonnaro ho sperimentato non solo soggetti originali ma anche materiali di mia produzione, provati e migliorati sul campo.

La lavanda

A Grazie ho conosciuto uno dei miei più cari amici: Toto De Angelis, per tutti “Straccetto”. Vendeva lavanda e dipingeva il suo mondo colorato e poetico come pochi altri.

La piccola armonica

Quando avevo i capelli lunghi suonavo l’armonica tenendola nascosta tra la barba, con le mani in tasca. Suonavo in tutti i modi!

La maglietta

Rappresenta la mia seconda vita. Nel 2000 mi sono tagliato barba a e capelli, ho abbandonato il nome di Andrea e da allora utilizzo quello di Mariano (il mio secondo nome che celebra l’anno mariano del 1954).

Lo smalto a gran fuoco

Sempre seguendo l’arte di Marina ho giocato anche con questa tecnica.

Il disegno a pastello

Il piccolo Lucky, gatto bianco trovatello, è arrivato da noi perché altrimenti saremmo stati degli uomini randagi.

Il gioco delle carte

Elogio della lentezza. Mi sono inventato delle carte-lumaca per giocatori riflessivi.

Le mirette

Il nonno Andrea Filippo Cantoni amava plasmare dei piccoli ritratti in argilla e io l’ho seguito nei primi passi verso l’arte.

Il mini assegno

Lo conservo insieme a una banconota da un dollaro. È un ricordo degli anni novanta, dei bellissimi momenti passati a Venezia con mia moglie Gabriella.

La Nova Maniera

Nel 1992 sono stato tra i co-fondatori del movimento artistico Nova Maniera, con il desiderio di riproporre in chiave contemporanea lo stile manierista.

Il walkman

Ho convissuto per anni con questo piccolo mangianastri, ancora funzionante. Mi ha aiutato a isolarmi mentre dipingevo per strada e in casa.

Le corde della chitarra

Suono la chitarra, colleziono chitarre, dipingo chitarre e portachitarre.

La punta per incisione

Quando ho conosciuto la mia compagna Marina, orafa, mi ha aperto a questo aspetto artistico.

Il puzzle

Amo i puzzle, le tessere che si compongono e scompongono creando altre possibilità.

Gli acquerelli

Li ho realizzati in proprio, sempre nel corso delle mie sperimentazioni.

Il calendario

Per il Teatro Binario 7 di Monza ho realizzato una grande scenografia. Il Festival Nazionale di Teatro e Disabilità ricorda a tutti che “Lì sei vero”.